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ADALGISA. DISEGNI MILANESI (L’)

Il prezzo originale era: 15.00€.Il prezzo attuale è: 14.25€.

Autore: GADDA CARLO EMILIO; VELA C. (C
Editore: ADELPHI
Collana: GLI ADELPHI
ISBN: 9788845929403
Pubblicazione: 15/10/2014

Disponibile su ordinazione

COD: 9788845929403 Categoria:

Fra il 1932 e il 1936 Gadda, allora noto solo a una ristretta cerchia di iniziati, si cimenta in un’ambiziosa impresa: il romanzo di ambiente milanese ‘Un fulmine sul 220’, destinato a mettere in scena ? attraverso l’amore eslege di Elsa, moglie del ricco e valetudinario Gian Maria Cavigioli, per Bruno, ex garzone di macellaio di caravaggesca prestanza ? la tragica sorte delle «anime sbagliate», segnate dalla più dolorosa estraneità alla tribù. Alla fine, insoddisfatto, butta tutto all’aria e abbandona il progetto. Ma è solo in apparenza un fallimento: nell’eccentrica officina gaddiana può infatti persino accadere che un affresco si muti in un «album di straordinari disegni sciolti» (Isella): che un romanzo, insomma, generi dei racconti, autonomi ma al tempo stesso accomunati da un’inconfondibile aria di famiglia ? quelli apparsi nel 1944, insieme ad altri di diversa origine, sotto il titolo ‘L’Adalgisa’. Dove campeggia colei che, trasformandosi da comparsa in dilagante protagonista e imprimendo al romanzo d’amore di Elsa e Bruno una irresistibile svolta satirico-grottesca, lo ha dinamitato: l’imperiosa Adalgisa vedova Biandronni, cognata di Elsa. Ex stiratrice, Violetta di quin­t’ordine al Fossati e al Carcano, ma soprattutto sana donna lombarda, Adalgisa ha saputo sì coronare il suo sogno ? sposare il «povero Carlo» e diventare una signora «al cento per cento», con ottavino di palco alla Scala e luccicante breloque sul «ragionativo» petto ?, ma non impedire alle parenti acquisite, alle «cagne» che l’hanno sempre considerata «una disgrazia», di avvelenarle la vita: «…. E che ero una qui, e che ero una là; e che cantavo nei teatri di strapazzo, per i militari; che avevo già avuto una cinquantina d’aman­ti!… ma sì!… cento…. mille…. un milione!». Perché nella città industre votata al lavoro indefesso e alla famiglia la tribù ? con la sua coorte di domestiche, fattorini, lucidatori di parquets, medici di famiglia, ville ai laghi o in Brianza e tombe di famiglia fra Cazzago e Usmate ? si muove compatta, polarizzata a un fine, come se una sola anima la sospingesse. E, nessuno meglio di Gadda poteva saperlo, non c’è speranza per chi ne sfida le leggi.

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